Non si tentano infatti di individuare soltanto i clic fatti in maniera esplicitamente fraudolenta (attraverso robot automatizzati o incentivi al clic), ma anche i clic ottenuti con strategia "furbe".
Un esempio? Posizionare i link sponsorizzati di AdSense nelle vicinanze dei pulsanti di interazione con il sito, come i controlli di un gioco in Flash oppure di un applicativo offerto ai navigatori sul proprio sito.
I clic ottenuti in questo modo sono dannosi per tutte le parti in causa:
- l'inserzionista non riceve visite "qualificate", cioè ottiene visite con una bassa percentuale di conversioni; ecco perché Google non addebita i costi per questi clic se individua la "frode";
- il navigatore si sente "infastidito" dalla sensazione di essere stato spinto a cliccare su un banner/annuncio pubblicitario;
- il sito Web che ospita l'annuncio AdSense riceverà una retribuzione minore per i clic che ottiene dai suoi navigatori, proprio perché si tratta di clic non "qualificati".
Fonte: Google AdSense Blog Italia
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